Probabilmente ti sei imbattuto nel Kakebo, se sei alla ricerca di un metodo per registrare le tue spese, prendere consapevolezza della tua situazione finanziaria e imparare a pianificare e gestire correttamente il tuo tenore di vita.
Cosa è il Kakebo?
Kakebo è un termine giapponese che letteralmente significa: “Libro dei Conti di Casa“. Il Kakebo, come agenda per i conti, fu inventato da una donna giapponese: Motoko Hani, vissuta a cavallo tra l’800 e il ‘900. Insomma, il Kakebo è una delle tante agende giapponesi da utilizzare in vari ambiti della vita personale.
Questa agenda cartacea in particolare ebbe però un notevole successo e ancora oggi, a distanza di oltre un secolo, vengono pubblicate varie edizioni cartacee della Kakebo Agenda in tutte le lingue mondiali.
Il metodo sottostante al Kakebo implica di annotare nel libretto, con matita o penna, tutte le proprie entrate mensili e le proprie uscite fisse. La differenza costituisce il budget che si può utilizzare per le spese giornaliere non fisse, e se resta qualcosa questo viene inserito alla voce risparmio.
Dove si può acquistare il Kakebo?
Come potrai capire continuando nella lettura di questo articolo, io non sono convinto che questa metodologia funzioni. Tuttavia, riconosco che il Kakebo può rappresentare, per alcuni, un modo per iniziare a riflettere sulla finanza personale, e per questa ragione ti indico il link Kakebo Amazon dove si può acquistare online il libretto ricevendolo in pochi giorni a casa.
Esistono diverse versioni del Kakebo: quella che ti ho indicato è quella che preferisco perché offre alcune sezioni descrittive che possono essere utili per aumentare il proprio livello di consapevolezza del denaro.
Va comunque ricordato che tutte le versioni del Kakebo disponibili sono normalmente per le registrazioni di un anno solare. Esiste quindi il Kakebo 2018, il Kakebo 2019, il Kakebo 2020 e così via. Per cui dobbiamo considerare che con questo metodo ogni anno ripartiamo da zero con un nuovo libretto da acquistare e compilare.
Esiste una versione Kakebo PDF scaricabile online?
Per chi è alla ricerca di un Kakebo gratis, navigando su internet alla ricerca della parola chiave Kakebo PDF compaiono decine di siti che propongono di scaricare una versione PDF del nostro libro dei conti di casa.
Posso darti un consiglio? Lascia perdere. Secondo me è già abbastanza scomodo scrivere a penna o matita i propri conti su un libretto, figuriamoci se dobbiamo farlo su una serie di fogli stampati che, regolarmente e dopo poco tempo, si incasinano!
Dopo qualche anno avresti i fogliacci del Kakebo PDF 2018, poi Kakebo PDF 2019… insomma un disastro!
E compralo questo Kakebo, se proprio ti piace! 🙂
Esistono delle Kakebo App da utilizzare con lo smartphone?
Cercando sugli app store di Apple e Android si possono trovare delle app che sono state impostate seguendo, almeno in parte, i principi del Kakebo.
In realtà sono ben poco utilizzabili, per gli stessi motivi per cui, come vedremo in questo post, è poco utile anche la tradizionale versione Cartacea.
Sono poco utilizzabili anche molti altri metodi per gestire le spese, come spiego in questo articolo.
La mia esperienza personale con il Kakebo
La mia prima esperienza con il Kakebo risale a molto tempo fa. Siamo intorno al 2008. Ero alla ricerca di un metodo per mettere sotto controllo la mia finanza personale e, navigando su internet, mi imbattei in questo metodo. Acquistai un Kakebo nel mese di novembre e attesi il 1 di gennaio successivo per iniziare a usarlo come se fosse un’agenda annuale.
Insomma questi sono dei “Kakebo 52 settimane”, e il fatto che vanno dal 1 gennaio al 31 dicembre implica che chi lo compra a giugno… ne perde la metà! 🙂
La prima esperienza con il Kakebo non fu positiva. Dopo un po’ di tempo infatti lo mollai e tornai a tentare di creare un mega foglio Excel che ritenevo fosse più adatto allo scopo. Lo chiamai “Kakebo Excel” perché avevo inserito alcuni dei principi del metodo Kakebo al mio foglio elettronico.
Anche il mega foglio Excel non abbe particolare successo. Giunsi alla conclusione che non può funzionare un “Kakebo fai da te”. Sono tornato quindi a tentare di utilizzare il Kakebo cartaceo ma, per le ragioni che ti spiego di seguito, la cosa non ha mai funzionato.
Ecco quindi i 5 motivi per cui il Kakebo non fa per me.
Il Kakebo è un’agenda che vale solo per un anno (1)
Il controllo delle spese, la pianificazione finanziaria, la definizione di un tenore di vita, le scelte lavorative e gli investimenti non sono cose che si possono mettere dentro scatole di durata annuale.
Servono confronti tra periodi diversi, sono necessarie indicazioni di tipo evolutivo, bisogna considerare che alcuni costi che sosteniamo, ad esempio l’acquisto di un’auto, possono avere valenza pluriennale. Come possiamo gestire tutto questo con un’agenda annuale?
E’ vero che il Kakebo invita a calcolare (a mano) i consuntivi: in fondo al libretto troviamo infatti una sezione chiamata “Consuntivo Annuale” nella quale indichiamo finalmente tutti i saldi raggruppati delle spese giornaliere, poi settimanali, poi mensili.
E poi che facciamo negli anni successivi? Confrontiamo i libretti?
Mi sono immaginato quindi che dopo 10 anni di Kakebo mi sarei trovato con 10 libretti su uno scaffale. Immaginiamo che dal Kakebo 2017 prendo le informazioni relative ai risparmi e li trovo negativi, poi prendo dallo scaffale il Kakebo 2018 e vedo un bellissimo risultato di risparmio, poi prendo il Kakebo 2019 che è così così, il Kakebo 2020 che fa schifo e il Kakebo 2021 che è un anno di eccezionale risparmio.
Allora prendo tutti i dati di consuntivo e me li ricopio a mano su un altro foglio: quando vedo tutti questi strani picchi mi chiedo come sia possibile una tale turbolenza: sono io che cambio atteggiamento di risparmio così radicalmente da un’anno all’altro? Non credo proprio. E che succederà nel Kakebo 2022?
Ragionandoci un po’ mi rendo conto che in alcuni anni ci sono state spese pluriennali e in altri no. Quindi, è facile giungere alla conclusione che il Kakebo non può essere considerato uno strumento che ci accompagna nel lungo periodo verso la consapevolezza e l’indipendenza finanziaria. Anzi in certi casi può contribuire a confonderci le idee!
Il Kakebo si usa con carta e matita. E si devono fare le somme manualmente con una calcolatrice (2)
Se avete provato, come ho fatto io, ad usare il Kakebo, è assai probabile che dopo pochi giorni o poche settimane avete mollato.
La ragione è semplice: nella nostra epoca digitale disponiamo di strumenti che possono agevolare non poco le registrazioni, i calcoli, i riporti, i confronti e tutto quello che serve per il proprio bilancio finanziario.
Ma veramente credete a chi vi dice che è meglio un’agenda cartacea come il Kakebo perché scrivere con la penna è più semplice di digitare su una tastiera?
Riflettiamo un attimo su questa cosa. Prendo il kakebo, vado alla giornata di oggi, prendo una penna e scrivo alcuni dati. Poi a fine settimana devo mettermi con una calcolatrice a fare i totali. A fine mese i totali dal mese. Il mese successivo devo riportare i totali del mese precedente.
Ah, ovviamente sbaglierò i calcoli e se non ho scritto a lapis con una buona gomma per cancellare il mio kakebo diventa un pasticcio, come certi quaderni scolastici in cui avevamo una meravigliosa precisione e calligrafia nella prima pagina e poi regolarmente la qualità del quaderno decadeva pesantemente nelle pagine successive.

Allora, all’inizio del mese si dovrebbero indicare i riporti del mese precedente e vanno scritte tutte le entrate che il kakebo considera predeterminate, come lo stipendio, che dovremmo ricevere nel mese che è appena iniziato.
Già qui c’è molto da discutere: come possiamo essere sicuri di questi importi? E se uno non è lavoratore dipendente, cosa mette nelle entrate? La previsione delle notule che emetterà se, ad ad esempio, di lavoro fa il commercialista?
Poi dobbiamo indicare la previsione delle uscite, che il Kakebo chiama “uscite fisse”. Alcune di queste spese possono essere abbastanza stabili, ad esempio alcuni canoni ricorrenti, come l’affitto, l’abbonamento a Netflix, il mensile che si passa al coniuge separato o la “paghetta” dei figli.
E le bollette della luce e del gas? Come si fa a stimarle con precisione? Sono infatti uscite fisse che certamente ci saranno, ma non sono precisamente determinate. Nella foto sopra del mio Kakebo si vedono molte tipologia di spesa che è veramente difficile stimare in anticipo.
A questo punto il Kakebo ti invita a calcolare la differenza tra Entrate previste e Uscite Fisse previste, che chiama “Budget del Mese“, dal quale dovrei togliere la mia ambizione di risparmio e avere un valore finale che dovrebbero essere i soldi disponibili per le spese giornaliere.
Un approccio di questo tipo è fallace comunque lo si voglia gestire, se poi il tutto diventa carta e penna su un’agenda come il Kakebo… beh, credetemi, davvero non può funzionare!
Dopo questa stima iniziale, che sfido chiunque a considerare attendibile, si comincia giorno dopo giorno a scrivere tutte le spese sull’agenda. Spese che sono suddivise tra spese di sopravvivenza, spese optional, cultura, spese extra. Poi si fanno i totali per ciascuna categoria e si riportano di volta in volta, sino ad arrivare a fine mese, quando dovremo rifare tutti i totali, sempre a manina, recuperare dati di carta di credito, indicare gli “interessi” (questa poi!), rifare i totali et voilà!

Vi risparmio il fatto che poi, per ogni trimestre, si devono rifare tute le somme e riportare i dati in qua e in là. Arriviamo direttamente a fine anno e otterremo i dati di consuntivo annuale.
Con un po’ di pazienza si possono poi riportare alcuni numeri in alcuni grafici (anche questi manuali) per tentare di avere una vista dei risultati.
Si conclude l’anno con un questionario finale che ti chiede cosa hai imparato da un anno di kakebo, quali abitudini hai migliorato, quali risparmi hai ottenuto e simili.
Divertente il punto in cui il Kakebo ti chiede qual è stato il mese più duro perché hai avuto spese inaspettate… nel mio caso risponderei TUTTI I MESI! 🙂
Ma come si fa a sostenere che questo libretto è da consigliare perché è semplice da usare con carta e penna???
Il Kakebo si basa su (alcuni) flussi finanziari e ignora i dati economici e patrimoniali (3)
Il terzo motivo per cui il Kakebo non fa per me è che è un sistema per registrare solamente flussi finanziari, peraltro senza neanche troppa precisione.
Cosa intendo per flussi finanziari? Sono quelle situazioni nelle quali si vanno a indicare delle Uscite e delle Entrate considerando esclusivamente il movimento di denaro cioè i contanti, o la carta di credito, o il bonifico bancario e simili.
Tutto questo fa sì che noi non abbiamo veramente una comprensione di quelle che sono invece le differenze fondamentali fra le uscite di cassa e la loro valorizzazione economica.
Cioè questo Kakebo non fa capire alle persone che c’è una profonda differenza fra un costo e un debito, così come c’è una profonda differenza fra Attività/Passività e Costi/Ricavi.
Facciamo un esempio: decido di acquistare un’automobile e la pago in unica soluzione con bonifico bancario. L’auto costa 20mila euro.
Il movimento finanziario è pari a 20mila euro: se seguo il principio di cassa e registro 20mila sul Kakebo finisco per affossare il mese e probabilmente anche l’anno nel quale ho sostenuto la spesa.
Il ragionamento da fare allora non è solo finanziario, ma anche economico e patrimoniale. L’auto è un bene durevole di tipo pluriennale (almeno si spera!), e il costo effettivo di ogni anno dovrebbe essere relativo alla perdita di valore che un’auto usata ha dopo ogni anno di utilizzo.
Ad esempio, se dopo 5 anni l’auto usata sul mercato varrà solo 5mila euro, essa ha perso 3mila euro di valore ogni anno, e questo corrisponde al costo che dobbiamo considerare a carico di ciascun anno. Non 20mila il primo anno e zero gli altri!
Questo concetto di chiama “ammortamento” e se impariamo a usarlo nel nostro bilancio personale 0 familiare, sarà più semplice capire anche certi meccanismi dei bilanci aziendali!
Quindi il Kakebo, ancora una volta, mostra dei limiti importanti, perché non ci dà alcuna informazione sui veri costi che sosteniamo e sul patrimonio. Perché dico patrimonio? Perché un’auto acquistata a 20mila euro, deprezzata di 3mila euro il primo anno, il secondo anno è pur sempre un valore che potremmo rivendere e recuperare 17mila euro a livello finanziario.
Dove tracciamo tutto questo nel Kakebo, che si occupa solo di flussi di cassa?
Come possiamo sapere se stiamo incrementando o diminuendo il nostro patrimonio?
Quindi a noi serve un metodo con il quale possiamo stimare il nostro capitale iniziale, che è il nostro patrimonio, e che poi ci consenta di seguire le evoluzioni del nostro patrimonio.
Seguendo il Corso di Finanza Personale come prima cosa si fa una fotografia della situazione iniziale al giorno zero (che non deve essere necessariamente un primo di gennaio!).
Si tracciano tutte le nostre Attività, oggetti cioè che hanno un valore di mercato (es. auto di proprietà, casa, saldo conto in banca, contanti nel portafoglio e simili), ma anche tutte le Passività (es. capitale residuo di un mutuo, scoperto in banca e simili).
Ne risulta un Patrimonio Netto Iniziale, che da quel momento seguiremo nelle sue evoluzioni positive o negative. Se siamo in grado di risparmiare, quel Patrimonio crescerà, se invece consumiamo più di quello che guadagniamo, o sbagliamo investimenti, quel Patrimonio diminuirà.
Con il Corso di Finanza Personale sarete in grado di conoscere ogni giorno la vostra vera situazione Patrimoniale, Economica e Finanziaria, con un Bilancio come quello dell’azienda.
In questo articolo ti spiego cosa è un bilancio personale o familiare: Bilancio Familiare: libertà finanziaria in 5 passi
Il Kakebo non fornisce sufficiente livello di dettaglio e informazione delle spese (4)
Nel Kakebo ci sono delle sezioni ben definite in cui si indicano i costi. Categorizzare le voci è sicuramente utile, ma non avere un più profondo livello di dettaglio e informazione è davvero un problema.
Ad esempio il Kakebo invita a mettere dentro la categoria “Sopravvivenza” quelle spese di cui non si può fare a meno. Per cui su queste spese non abbiamo, secondo il Kakebo, margine di manovra, mentre dovremo pensare a risparmiare sulle altre voci, tipo gli “optional”, cercando di non penalizzare le spese per la cultura.
E’ evidente che questo è un approccio, a dir poco, semplicistico.
Gli alimentari sono considerati una spesa della categoria “Sopravvivenza” per cui secondo il Kakebo non sono costi evitabili.
Ma c’è modo e modo di spendere in alimentari! E’ proprio su voci come questa che abbiamo bisogno di avere controllo massimo: compriamo primizie o verdura di stagione? Compriamo costosi cibi precotti e preconfezionati o alimenti sfusi (e spesso molto più salutari) che prepariamo noi?
La mancanza di granularità nei sotto-conti è uno dei più grandi limiti del metodo Kakebo. Con le categorie si ha un’idea molto generica delle spese, e non si riesce a capire dove sono veramente le aree di possibile risparmio sulle quali dobbiamo avere visibilità e consapevolezza.
Il Kakebo non ragiona in termini di Asset / Liability e Rendite Passive (metodo Robert Kiyosaki) (5)
Conosci Robert Kiyosaki? L’autore del libro Padre Ricco, Padre Povero?
Se non hai letto questo libro acquistalo subito!
In questo libro Kiyosaki fornisce una nuova chiave di lettura alla finanza personale, basata su due grandi intuizioni: la distinzione tra Attività che producono denaro, che lui chiama Asset, e Attività che comportano costi, che lui chiama Liability. Nel Corso di finanza Personale troverai la definizione “Attività+” che corrisponde agli Asset, e “Attività-” che corrisponde alle Liability.
La prima distinzione è di tipo patrimoniale: c’è patrimonio e patrimonio secondo Kiyosaki. Ad esempio, la proprietà di una casa è un’asset se la diamo in affitto, una liability, se ci abitiamo direttamente.
Per la stessa ragione, il denaro lasciato sul conto corrente senza interessi attivi è una liability. Un investimento in un titolo di stato che genera cedole periodiche è invece un asset.
La seconda distinzione è la conseguenza economica della prima. Se abbiamo attività che producono denaro, questo denaro è una Rendita Passiva, per usare i termini dell’autore di Padre Ricco, Padre Povero, presenti anche nel Corso.
Ciò che invece guadagniamo con il nostro lavoro è una Rendita Attiva. Con il lavoro infatti “vendiamo” il nostro tempo in cambio di uno stipendio, se siamo dipendenti, o di un compenso, se siamo autonomi.
Molto importante questo punto: se noi riusciamo a spostare sempre di più il nostro patrimonio verso gli Asset ed aumentare conseguentemente i flussi di Rendite Passive, potremmo avere meno necessità di lavoro attivo, liberando quindi la vera risorsa scarsa e di altissimo valore, che è il nostro tempo!
Quindi abbiamo bisogno non solo di tracciare le nostre spese, come si tenta di fare con il Kakebo, ma anche di seguire con precisione la nostra situazione patrimoniale, per spostarci sempre di più verso Asset che producono Rendite anche… quando dormiamo!
Questa è la chiave dell’indipendenza finanziaria, questa è la via maestra per prendere il controllo della propria vita.
Di tutto questo nel Kakebo non c’è traccia. Ed è questa forse la ragione più importante per la quale il Kakebo non fa per me.
Se il Kakebo non funziona allora cosa possiamo fare?
Abbiamo capito che il Kakebo non va bene per chi vuole veramente prendere il controllo della propria situazione finanziaria, economica e patrimoniale.
Allora cosa pssiamo fare? E’ necessario introdurre alcuni principi di ragioneria che sono meno difficili di quanto possa sembrare, e subito dopo dobbiamo adottare un software di contabilità personale che possa essere utilizzato per gestire i propri conti come se fossimo… una piccola azienda!
Imparare a tracciare le proprie finanze in modo ragionieristico è non solo necessario per avere un quadro completo della propria situazione personale o familiare, ma anche per apprendere utilissime nozioni per la propria vita professionale, comprendendo i principi secondo cui un’azienda è correttamente gestita!
Nel Corso spieghiamo con parole semplici come impostare il proprio Bilancio Personale o Familiare. Viene quindi introdotto un modello semplificato di Partita Doppia, in modo che ogni transazione che registriamo abbia il proprio corrispondente economico o patrimoniale e non si limiti a una mera tracciatura delle uscite, che abbiamo visto essere oltretutto molto approssimativa con il Kakebo.
Successivamente potrai scaricare un software gratuito (GNUCash), disponibile per Windows e Apple Mac OS X, e caricare un template con Piano dei Conti personalizzato che puoi ottenere iscrivendoti, che ti consentirà di cominciare a tracciare con grande livello di dettaglio non solo tutti i costi, ma anche tutte le Rendite Attive, Passive e Straordinarie, con un vero e proprio Consto Economico e Stato Patrimoniale.
Questo metodo non inizia con il 1 gennaio di un anno, e non termina alla fine di ciascun anno, ma potrai seguire l’evoluzione del tuo patrimonio negli anni, ottimizzando le spese, massimizzando le rendite, prendendo decisioni di vita con piena consapevolezza finanziaria.
E’ un metodo che ti aiuterà a capire se per te è meglio acquistare una casa con un mutuo per abitarci o se restare in affitto, se a distanza di un certo periodo di tempo hai creato patrimonio aggiuntivo o lo hai intaccato, se è arrivato il momento di licenziarti e metterti in proprio, perché saprai esattamente se puoi permetterti il rischio di rinunciare a uno stipendio sicuro per un certo periodo, conoscendo finalmente con precisione tutti i flussi della tua vita personale o familiare.
Chi scrive sta utilizzando questo metodo dal 2010. Al momento della pubblicazione di questo articolo sono al tredicesimo anno di caricamento dei dati: migliaia, decine di migliaia di informazioni che automaticamente vengono raggruppate, categorizzate, esposte in rendiconti molti chiari, confrontante negli anni, sintetizzate in un vero e proprio Bilancio Personale con Stato Patrimoniale e Conto Economico.
E’ quindi necessario un software potente, come GNUCash, ma anche la giusta formazione: per questo serve il Corso di Finanza Personale, perché limitarsi a scaricare il software senza aver capito come usarlo in modo ottimale comporta un rapido abbandono e la perdita di una grande opportunità.
CONCLUSIONE
Probabilmente sei arrivato a leggere questo articolo con la convinzione che il Kakebo sia il metodo ottimale per la conoscenza della propria situazione finanziaria, e mi dispiace se la mia conclusione è invece che il Kakebo non è adatto a chi voglia veramente prendere il controllo a livello economico e patrimoniale.
Ciononostante è meglio iniziare a scrivere a penna sul Kakebo piuttosto che non fare niente, perché quantomeno può essere una lettura divertente e utile, possiamo leggere la storia della giapponese che l’ha inventato, possiamo vedere quali sono i suggerimenti del Kakebo per risparmiare: ad esempio c’è nel libretto un flow-chart che ci indica i passaggi da seguire per una decisione d’acquisto consapevole e non d’impulso.
Ma pensare che il Kakebo sia un libro utile per affrontare il tema fondamentale della psicologia del denaro è un modo un po’ semplicistico di considerare le cose.
Nel Corso troverai invece una prospettiva psicologica avanzata sul tema dei bias individuali, degli errori di giudizio, delle distorsioni del marketing. Sono aspetti cruciali da comprendere per chi aspira alla libertà finanziaria, il cui presupposto è proprio la rimozione di tutti i condizionamenti.
Bene, se ancora pensi di acquistare il Kakebo e vuoi seguire un metodo risparmio giapponese… ti rimetto di seguito il link Amazon:
Se dopo due o tre settimane di utilizzo lo abbandoni, farai parte, come me, del 98% delle persone che lo acquistano! 🙂
In quel caso, scrivi un commento qui sotto e spiegaci come hai fatto!!!
Nel frattempo, pre-registrati al Corso in modo da avere uno sconto esclusivo quando il corso verrà pubblicato!