Hai già sentito parlare del libro di Robert Kiyosaki, Padre Ricco Padre Povero?
Inizio subito con il dirti che è un must assoluto: non puoi non averlo letto se sei, come molte persone, alla ricerca di una migliore comprensione dei meccanismi che sono alla base della consapevolezza finanziaria. Però devo anche dirti che su alcuni aspetti non sono per niente d’accordo. Ma è un libro da leggere certamente!
E se non lo hai letto puoi ordinarlo subito a questo link su Amazon.
Chi è Robert Kiyosaki?
Hawaiano di origini giapponesi, Robert T Kiyosaki è nato nel 1947 ed ha avviato, sin da giovane, varie iniziative imprenditoriali. La prima fu un’azienda che realizzava portafogli in nylon con chiusura in velcro.

E’ un personaggio molto controverso, dato che molte delle sue iniziative sono andate in bancarotta. In un caso arrivò persino ad accusare il socio in affari di essere scappato con la cassa.
E’ stato attaccato da molti corsisti, diventando persino oggetto di una class action. promossa da centinaia di persone che si sono ritenute truffate.
In generale, fa parte di quel filone di guru americani che propinano consigli per arricchirsi velocemente, cosa che a me non piace per niente.
E allora perché ti propongo un articolo su di lui e ti consiglio la lettura di Padre ricco, padre povero?
Perché è stato tra i primi, negli anni ’90, a promuovere i primi corsi di consapevolezza finanziaria. Perché con la sua divulgazione molti concetti criptici sul denaro e sugli investimenti sono diventati accessibili al grande pubblico e non più materia per i soli iniziati, cosa che, con il Metodo di Psicologia Finanziaria per l’indipendenza finanziaria, condividiamo in pieno.
Vero è che di molti dei principi che illustra nei libri non è certamente lui il primo ideatore, essendo materie economiche e ragionieristiche assai conosciute e diffuse.
Padre ricco padre povero recensione
Ciononostante, questi principi sono stati da lui particolarmente sviluppati, oltre che divulgati in modo molto popolare, tanto che al giorno d’oggi dire che “bisogna fare in modo che i soldi lavorino per noi, e non che noi lavoriamo per i soldi” è una specie di mantra che ci fa pensare subito a Robert Kiyosaki e Padre ricco, padre povero.
Il libro si basa su una premessa: ai bambini non viene insegnato come funziona il denaro e come gestirlo. E per questa ragione si commettono errori che condizionano per sempre la situazione economica.
Anche Robert Kiyosaki sembrava condannato a questo destino: suo padre, che nel libro verrà chiamato il “padre povero”, era un insegnante che ebbe problemi finanziari nonostante la sua grande cultura. Ma all’età di 9 anni ebbe la fortuna di imbattersi in quello che lui definisce il “padre ricco”, una sorta di secondo padre che decide di insegnargli tutto quello che serve sapere per diventare ricchi.
I ricchi non lavorano per il denaro, ma fanno lavorare il denaro per loro
Il primo grande insegnamento è proprio quello per cui “i ricchi non lavorano per i soldi, ma fanno lavorare i soldi per loro”.
Da questo principio ne consegue che il lavoro attivo, quello per cui si scambia il nostro tempo, che è la risorsa più preziosa e più limitata, con uno stipendio o un compenso, non ci porterà mai alla vera ricchezza.
Invece la maggior parte delle persone insegue sogni di carriera esclusivamente basati sul lavoro attivo, arrivando a lavorare dieci ore al giorno, accumulando stress e tensioni, e non rendendosi conto che il non aver tempo causa anche molti costi supplementari.
Si pensi ad esempio alle ferie forzate nei periodi in cui tutti vanno in ferie, quando le vacanze costano più del doppio. O al fatto che spesso ci si deve trasferire per lavoto nel centro di una grande città, sostenendo costi assai più alti per abitarci, o arrivarci da pendolari.
Non avere tempo perché è tutto assorbito dal lavoro attivo significa anche “acquistare” servizi per attività che potremmo fare da soli: si pensi ad esempio a babysitter, collaborazione domestica, giardiniere…
Perché allora le persone, in massa, cercano un lavoro attivo? Perché invece di costruire i propri sogni lavorano per quelli di qualcun altro? Per la ricerca di stabilità, per la paura di fallire, per ottemperare agli impegni che hanno preso: il mutuo, le rate dell’auto, il tenore di vita al quale temono di dover rinunciare.
E allora entrano in un meccanismo perverso: lavoro di più, guadagno di più, ma spendo ancora di più, allora cerco un balzo di carriera, un aumento di stipendio, o faccio straordinari, mi assumo più responsabilità, vivo ancora peggio, così guadagno di più, ma poi spendo ancora di più e cosi via… sino al burnout.
I ricchi ragionano diversamente. Eventualmente considerano il lavoro attivo solo nella prima parte della loro vita lavorativa, per accumulare un capitale iniziale, anche piccolo, da mettere a rendita, per poi reinvestire gli utili, e far crescere il capitale.
Il tutto si autoalimenta sino ad arrivare ad avere flussi di cassa provenienti dagli investimenti che diventano sufficienti per le loro spese, con un capitale sempre crescente.
A queto punto possono abbandonare il lavoro attivo e raggiungere la loro piena indipendenza finanziaria, e vivere come vogliono, utilizzando il proprio tempo per i propri interessi e le proprie passioni.
In definitiva, il passaggio fondamentale per chiunque raggiungere la propria indipendenza finanziaria, è spostare il proprio baricentro da Rendite Attive, cioè il tempo in cambio di uno stipendio, a Rendite Passive, cioè investimenti che producono rendite senza incidere sul tempo personale.
Soldi che generano soldi, come dice Kiyosaki, lavorando per te anche di notte.
I ricchi comprano degli asset, mentre i poveri comprano delle liability pensando che siano asset
Questo secondo, importante principio, porta con se un errore semantico, molto criticato dai detrattori di Kiyosaki. Viene definito Asset un attivo che genera rendita passiva, ad esempio una casa di proprietà che viene data in affitto, e Liability (che in termini contabili si traduce in “Passività”), un Attivo che causa dei costi (ad esempio una casa che non viene data in affitto).
La verità è che in entrambi i casi siamo in presenza di “Attività”, ed è concettualmente sbagliato considerare un Attività come se fosse una Passività: dobbiamo imparare a gestire le nostre finanze in modo ragionieristico, come viene ampiamente illustrato nel mio Metodo di Psicologia Finanziaria per l’indipendenza finanziaria. e questa confusione non ci aiuta.
Il suggerimento del nostro metodo è quindi di suddividere gli attivi in “Attività+”, quelli che generano Rendite Passive, e “Attività-” quelli che causano costi, in modo che le vere Passività siano correttamente i debiti (scoperto di conto corrente, mutuo, finanziamento ecc.).
Fatta questa premessa il concetto di Padre Ricco Padre Povero resta molto importante: dovremmo fare in modo di avere una quantità superiore di Attività+ rispetto alle Attività-, dedicando via via sempre più risorse all’investimento.
A me non piace, di Kiyosaki, neppure questo continuo riferirsi a “ricchi” e “poveri”, comunque, per lo scopo divulgativo di questo articolo, facciamogliela passare.
I “poveri”, dice il nostro autore, non comprendono la differenza tra “asset” e “liability” e quindi si indebitano comprando case e auto con mutui e tutti i costi legati alla proprietà (tasse, manutenzioni straordinarie e simili), quando probabilmente in molti casi gli costerebbe meno stare in affitto e dedicare quanto si risparmia a vere Attività+ che generano flussi di cassa.
I ricchi usano le aziende per pagare meno tasse
Questa frase la trovi spesso se cerchi su un motore di ricerca “Robert Kiyosaki frasi“. Ancora una volta non mi piace per niente da un punto di vista etico quello che dice l’autore.
Tuttavia c’è del vero in quello che dice, lasciando perdere quello che nel libro sembra un invito a eludere le tasse che io respingo con fermezza: le persone che aspirano all’indipendenza finanziaria devono necessariamente imparare i meccanismi contabili e fiscali delle aziende.
Devono imparare a tracciare i propri conti come se fossero un’azienda e, come spiego nell’articolo sul Kakebo, io non consiglio di usare agende cartacee o fogli elettronici, ma metodi di vera e propria partita doppia come il Software Gratuito GNUCash che è lo strumento principale del Metodo di Psicologia Finanziaria.
Imparando questi principi tipici dell’azienda si capiscono molte cose degli aspetti patrimoniali ed economici della propria vita privata e si può costruire un proprio Bilancio Personale o Familiare.
In questo articolo ti spiego cosa è un bilancio personale o familiare: Bilancio Familiare: libertà finanziaria in 5 passi
I ricchi lavorano per imparare e non per guadagnare
Altro principio che, pur se espresso male con questo continuo e sgradevole confronto tra “ricchi” e “poveri”, è di importanza fondamentale.
Le persone vengono regolarmente indirizzate, negli studi, a specializzarsi e diventare super-esperti in un singolo campo. E quando entrano nel mondo del lavoro continuano a iper-specializzarsi e finiscono per rimanere intrappolati e isolati nel loro ristretto ambito di conoscenze.
Non riescono neppure a immaginare di poter diventare imprenditori o investitori in altri campi: sono lavoratori dipendenti a vita e costretti a “vendere” il proprio tempo in cambio di uno stipendio che serve per tutte quelle Attività- che hanno comprato a rate e che li inchiodano per la vita.
Il “padre ricco” di Kiyosaki gli consiglia invece di continuare a studiare, variando le discipline, studiando settori diversi, business anche distanti tra di loro, per non diventare mai schiavi di un solo tipo di lavoro.
Chi continua a imparare cose sempre nuove, è pronto a cogliere le nuove opportunità quando si presentano. Quelle opportunità che gli altri non vedono.
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Imparerai a tracciare le tue Attività+ e Attività-, le tue Rendite Attive e Passive, i tuoi crediti e debiti, sino ad arrivare a costruire un tuo Bilancio Personale o Familiare che è la tua mappa per il territorio dell’indipendenza finanziaria.
Per farlo, il Metodo ti insegnerà a usare GNUCash, la migliore applicazione per la finanza personale, invece di navigare a vista con le tante (insoddisfacenti) soluzioni per Gestire le Spese.
Conclusioni
Come avrai capito, non sono un fan di Kiyosaki, perché non mi piacciono alcuni messaggi che veramente trovo poco etici.
Ciononostante, se mettiamo da parte questi aspetti, credo che per iniziare un percorso di consapevolezza del denaro la lettura del libro Padre Ricco Padre Povero sia veramente un must.
Il concetto chiave è svincolare prima possibile il nostro reddito dal tempo che passiamo a lavorare, e per fare questo dobbiamo imparare a conoscere il nostro patrimonio, a tracciarlo, a capire dove vanno i nostri soldi, e a destinare i nostri risparmi ad Attività che generano Rendite Passive.
Nel tempo le Rendite Passive inizieranno ad essere importanti e superiori alle Rendite Attive, sino al giorno in cui il lavoro attivo che impegna il nostro prezioso tempo di vita diventerà sempre meno importante.
Per tutto questo c’è una soluzione e un percorso di conoscenza: il Corso di Psicologia Finanziaria.